sabato 9 maggio 2009

TENEBRE III parte (conclusione)

Cado!
Cado giù!
Ho solo varcato la porta della casa di una squillo. E precipito. E' tutto buio.
Sbatto sul fondo di questo precipizio. Fa male, ma sopravvivo. Il cuore mi batte a mille, il panico si impossessa di me. Ma che cacchio è successo? Io sono solo venuto nella casa di una prostituta. Ne ho ben donde di goderne, cribbio, dopo anni di matrimonio fallimentare, con un baccalà per compagna, che ho dovuto pure ammazzare per ricominciare un pò a vivere, credo di essermi meritato la bella vita. Ergo, che diavolo succede? E' come se da quella porta fossi cascato in un fosso, qui è tutto terriccio.
Ed è pure tutto buio.
Bene, almeno questo. Nel buio io mi so orientare, nelle tenebre io ci sguazzo, sono come la mia vera casa. Qualunque cosa accada, nelle tenebre c'è la risoluzione ai problemi. Quindi mi alzo e vedo di capire dove sono, cammino e cerco dei muri, ma non ne trovo. Protendo le mani insicuro, ma non incontro nulla.
Poi il terrore: una mano mi tocca la spalla da dietro. Mi giro urlando cercando alla cieca chi è stato. Inciampo e cado, la faccia mi finisce fra il terriccio.
Se c'è qualcuno dietro tutto questo,se ne pentirà: nessuno può fare questo a me, uno dei più importanti boss della mala. Io sono forte, sono intelligente, la potenza è dalla mia parte, tutti mi temono e mi rispettano. Nessuno può buttarmi giù in un fosso e farla franca. Nessuno mi fa fare la figura del coniglio e ne esce vivo. Sicuro di me, mi alzo fiero tra le tenebre, pronto ad affrontare questo misterioso avversario.
Poi la odo: una risata, bassa e lunga, quasi satanica, pare fatta da un maniaco. "Chi è?" dico. "Chi è l'idiota che rischia la vita in questo modo? Ti ucciderò per questo"
Incomincio a sudare, questa risata è inquietante. Tendo le mani cercando qualcosa nel buio, mentre il cuore prende a battere più forte. Cammino nel buio, che sono sicuro mi proteggerà, perchè se io non poso vedere lui, lui non può vedere me. La mia mano tocca un oggetto freddo e metallico: la lama di un coltello. Mi procura un taglio alla mano. Mi prendo la mano ferita urlando, dolorante e terrorizzato. Ma che cacchio succede? Il coltello mi sfiora il viso e mi fa uno squarcio fra i vestiti. Urlo impaurito come un matto. Cado ancora. Cerco qualcosa fra le tenebre, ma non trovo nulla. All'improvviso odio il buio. All'improvviso voglio che non faccia più buio, voglio vedere attorno a me che succede.
Rumori e risatine tutt'attorno a me. Mai che giungano dallo stesso posto. La paura mi attanaglia, per la primissima volta in vita mia ho paura del buio. Mi ranicchio spaventato. Cazzo! Io sono l'uomo più potente della regione, non posso permettermi un simile cuore di coniglio. Il cuore batte all'impazzata. Mi agito.
Poi la mia mano sfiora l'accendino nel taschino della giacca. Lo userò per avere un pò di luce.
Mi alzo in piedi tremante nel buio. Sento il fiato dell'accoltellatore addosso a me. Faccio luce con l'accendino. E' davanti a me, ed è abominevole.
Non è un uomo, è un manichino nero. Non è fatto di carne, non ha un viso. E' l'oscurità incarnata, è fatto di tenebre, tutto nero. Ha forma umanoide, ma non ha volto. Alza il braccio, nella cui mano c'è un coltello. Capisco: questa è la punizione per tutto il male che ho fatto, per tutte le tenebre che ho sparso nella vita degli altri.
Piango come un marmocchio. Il coltello cala, l'accendino cade e si spegne. Il metallo lacera il mio petto e raggiunge il cuore. E tutto ciò che c'è dopo è solo l'oscurità.