sabato 21 marzo 2009

MANI ROSSE



Questa è la storia di Gianni Rota, pugile dalle mani rosse, rosse come può esserlo l'ardore.
Gianni Rota era nato povero, difficilmente la famiglia riusciva ad arrivare a fine mese.
Smise presto di andare a scuola, aveva trovato un altro modo per andare avanti: il pugilato.
Però gli mancava la possibilità di entrare nel giro dei professionisti, così si dovette accontentare delle lotte nei bassifondi. Si fece presto un nome, una certa fama. Grazie a quelle magiche mani rosse riusciva a raccimolare abbastanza soldi per sè e la famiglia.
E, continuando, Gianni scoprì anche che gli piaceva. Quelle mani rosse erano belle. Il pugilato diventò il suo credo.
Però non poteva durare: andando avanti gli avversari si facevano sempre più forti, e Gianni si ritrovava sempre più spesso non all'altezza. Era molto giovane dopotutto.
Il suo morale cadde anora più in basso quando il padre li abbandonò, a Gianni e sua madre: uscì di casa e non si fece più vedere.
Poco prima dei vent'anni lasciò il pugilato. Era diventato un mondo troppo difficileper lui, aveva bisogno di appoggiarsi a qualcosa.
Iniziò a cercarsi un lavoro serio, ogni volta però c'era sempre qualcun altro con una laurea o con una raccomandazione che glielo soffiava.Per andare avanti tirò la carretta. Faceva un pò di tutto, e si ritrovò a fare qualcosa anche per Giuseppe Tagliana, famigerato boss della mala locale. Non che facesse qualcosa di molto grave, non ha mai rapinato, ucciso o scippato. Più che altro spacciava mariyuana, il più delle volte faceva da gorilla ai ricettatori o a qualcun altro di importante, il corriere che portava soldi alle mogli dei carcerati. Ma mai niente di che.
C'aveva fatto l'abitudine quando conobbe Gloria.
Gloria era la più bella donna che avesse mai incontrato. Se ne innamorò all'istante. Per lei era pronto a fare qualsiasi cosa, a gettarsi nel fuoco e a scalare le montagne più alte.
Gloria, dal canto suo, ricambiava il suo amore. I due si volevano sposare.
Ma fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, e in questo caso il mare aveva le sembianze dei genitori di Gloria. Loro non avrebbero mai permesso che la figlia andasse ad uno spiantato quale era Gianni. Loro avevano altri progetti.
Gianni e Gloria pensavano allora di darsi alla fuga, ma Gianni doveva pensare anche a sua madre e poi con la fuga non avrebbero risolto niente, di che cosa sarebbero vissuti?
Gianni era più che determinato a trovare il modo di fare un mucchio di soldi per Gloria, ed era disposto a fare di tutto.
Pensò di chiedere un prestito a Tagliana, ma sapeva che indebitarsi con lui significava solo guai. Però il boss qualcosa per lui la potava fare: poteva fargli di nuovo fare pugilato.
Per una volta il cielo gli arrise: Tagliana disse sì. Come al solito però gli arrise a metà: poteva giocare solo alle sue condizioni.
E così ricominciò.
Le sue mani ritornarono a essere rosse. Rosse splendenti.
E stavolta nel giro dei professionisti.
E fu gloria e vittoria: si era aperta una stagione dorata per Gianni. Un match vittorioso dopo l'altro, Gloria e sua madre erano fieri di lui.
Aspetto non secondario, lo stipendio non era male. Certo, avrebbe guadagnato molto di più se fosse stato lui a detenere i diritti della sua immagine, i quali erano di Tagliana, ma andava bene anche così, riusciva a mantenere sè stesso e a mettere da parte abbastanza per vivere con Gloria.
Proprio su questo versante però sorse un problema: i genitori le avevano trovato un marito, ricco e importante.
Gloria, però, preferì non dirgli niente, non voleva demoralizzarlo. Non ora che stava andando a concorrere per la finale del campionato, per diventare il migliore d'Italia.
Gianni era al settimo cielo, aveva riscoperto l'amore per il pugilato. Cominciò ad allenarsi duramente per il campionato. Si svegliava prestissimo e si esercitava fino a sera, era detertminatissimo, mai come ora il paradiso gli sembrava così a portata di mano. Dieci sparring partners al giorno e dieci kilometri di corsa. E le mani rosse sempre con lui, a brillare del loro splendore, degno del sole quando tramonta.
Attorno a lui era stato creato il mito del sogno, fu Tagliana a pubblicizzarne la storia personale: nato povero, lavori umili, box come sola occasione di riscatto e compagnia bella. Gianni era diventato popolare, a livello nazionale.
Una sera fu chiamato a casa di Tagliana, e qui ricevette un colpo peggio che dal più agguerrito dei pugili: il boss gli disse che doveva perdere l'incontro. Gianni ci rimase di sasso, non era sicuro di aver capito bene: che voleva dire che doveva perdere? Ora che era diventato famoso e importante? Gloria e la mamma contavano su di lui. Il boss gli rispose che doveva farlo perchè era così che aveva sempre programmato che andasse, che aveva speso tanto per renderlo il favorito, per renderlo una star. Era tempo di raccogliere i frutti, che andasse a tappeto alla quarta ripresa. In cambio, tanti soldi.
E così Gianni scelse di scendere a compromessi, decise di perdere.Per Gloria. L'importante era avere il mucchio di soldi che Tagliana gli aveva promesso, con i quali si sarebbero sistemati.
Andò a parlarne con Gloria, e qui peggiorò: lei vuotò il sacco e gli parlò del matrimonio organizzato.
A Gianni crollò il mondo addosso. Se ne fuggì di là piangendo.

Arrivò la finale.
Era lui sul ring, da solo contro tutti. Non era solo contro Masto, vincitore della scorsa edizione, gli pareva che ogni cosa fosse contro di lui: Gloria l'aveva tradito, Giuseppe Tagliana pure, ed ora doveva tradire lo sport in cui credeva, in cui aveva messo tutto, che era la sua gioia.
Tagliana sedeva fra il pubblico, sua madre lo vedeva da casa, in televisione, e una folla di matti esultanti circondava il ring. Gianni si chiese quanto si poteva aspettare da questi matti, lui che era sempre stato tradito da tutti e da tutto. E ora stava per tradire anche lui sè stesso, stava per tradire il suo credo: anche se non poteva più accasarsi con Gloria, i soldi offerti da Tagliana erano sempre soldi, era sciocco sputarci sopra.
Il match incominciò: fu gianni a ricevere il primo pugno, demoralizzato com'era l'ardore per la box si era spento. Ma quel diretto in faccia gli fece montare la rabbia: iniziò subito ad aggredire Masto con una grandinata di pugni, uno dopo l'altro. Lo fece indietreggiare e lo mise all'angolo, ma i pugni non erano più le splendenti folgori di prima, il rosso del sole si era spento. Era solo la rabbia a darci dentro.
Il primo round fu suo. I suoi occhi incrociarono quelli di Tagliana, che con lo sguardo gli comunicò il suo dovere, come fosse un bambino pestifero. Non ce n'era bisogno, la rabbia si era spenta, come tutto nella sua vita. Nulla poteva impedire ad un agguerito Masto di riempire di pugni Gianni nel secondo round. E così fu.
Gloria lo vedeva da casa. Era a pranzo a casa dei suoi, c'erano il suo promesso e le loro famiglie. Ma Gloria vedeva in televisione il suo amato. Entusiasta per il primo round, rimase con il cuore in gola per tutto il secondo. Gianni le prendeva, e di brutto. Lei lo conosceva, capì che lui aveva deciso di vendersi.
E venne il terzo round. Gianni aveva deciso di andare giù al quarto, come d'accordo, ma si chiese se poteva arrivarci: l'ardore non c'era più. Il terzo round fu violentissimo: riuscì ad assestare ben pochi pugni, e ne prese tanti. Masto era troppo forte, lo incalzò di montanti a non finire. Costrinse Gianni ad un angolo e Gianni si ritrovò a mostrare la spalla destra come ben magra difesa. Gloria vide la spalla e il braccio destro di Gianni coprirsi di lividi. Allora decise: si alzò e mandò all'inferno tutti i presenti, stai scherzando disse il promesso che si prese un bel tuzzo in fronte e Gloria usci via di corsa, diretta verso lo stadio.
Gianni le stava prendendo di brutto, due pugni al petto gli ruppero due costole. Se non fosse già tutto un dolore, si sarebbe buttato a terra dolorante a piagnucolare.
Pausa. Poi il quarto round. Faccio schifo, pensò Gianni. Per farsi forza pensò al suo compenso.
Cominciò il quarto round: Gianni cercò di comportarsi meglio che potè, il braccio destro era pressocchè inutilizzabile. Evitò colpi meglio che potè, poi giunse il momento da Tagliana tanto atteso: tre diretti in volto e Gianni cadde a terra.
L'arbitro cominciò a contare.

http://www.youtube.com/watch?v=ZNGe7iK1O-4
Gianni pensò che quella in pratica era la sua vita: appoggiarsi a qualcuno di importante e cadere, cadere non tanto per un raro compenso, ma perchè tutti sono sempre meglio di te, dal tuo capo al tuo concorrente, e tutti gli altri a sputarti addosso. La folla che circondava il ring lo insultava, gli davano del fallito, lo dicevano tutti là, lo diceva la folla, lo diceva chi prima era un suo fan, lo diceva Masto, lo si vedeva negli occhi di Tagliana. Glielo avevano sempre detto tutti, tutti quanti, persino suo padre e la famiglia di Gloria, l'unica eccezione, che ora non aveva più. Gli venne una gran voglia di alzarsi, di cambiare, il cervello gli imponeva di stare giù, ma aveva una gran voglia di dimostrare che si sbagliavano, di dimostrare a sè stesso che poteva essere qualcosa di più. Stà giù gli diceva una voce, alzati e combatti da uomo gli diceva un'altra voce. Quest'altra voce divenne più forte, pareva quella di Gloria. Gianni girò la testa verso la fonte e la vide: Gloria, in mezzo alla folla, a urlare di alzarsi, a dire che sarebbe tornato con lui, ma non l'avrebbe fatto si fosse lasciato sconfiggere così.
E va bene...
Gianni si alzò. L'arbitro disse nove, ma lui era già in piedi. Tagliana sbiancò in volto. Gloria sorrise di Gioia. Gianni e Masto si scambiarono uno sgurdo, poi Gianni sentì che le sue mani tornavano a splendere, e la luce era rossa, rossa come rosso può essere l'ardore della determinazione, del coraggio, dell'amore. Partì alla carica, Masto si trovò in incredibile difficoltà, poi Gianni ci andò dentro alla grande e vibrò un pugno al basso ventre. Masto cadde agonizzante. L'arbitro contò e quando disse dieci Masto era ancora giù.
Gianni vinse.
Aveva vinto e la gioia andò sul suo volto.
Era il campione.
Tese la mano all'avversario, lui la accolse e lo aiutò a rialzarsi: nessun rancore.
Scese dal ring, la sicurezza cercava di portare via Gloria che era entrata senza permesso, ma Gianni li fermò e abbracciò Gloria e la baciò.
Tagliana cercò di attirarne l'attenzione prendendolo per una spalla, e si beccò un diretto che lo fece volare e lo mandò nel mondo dei sogni.
Qualcuno dette a Gianni Rota una cintura, il premio per il campione.
Finito il match trovò anche il modo di andare avanti: denunciò Tagliana alla polizia, lo mandò in prigione e scelse Gloria come suo agente. Ora la sua fama era alle stelle. Utilizzando la sua immaggine riuscirono a guadagnarci tantissimo.
Gianni aveva fatto il suo match e aveva vinto.

2 commenti:

  1. Grazie del commento.....
    Mi riprometto di leggere il tuo....
    ti farò sapere....

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  2. io sono per il pugilato non violento, accennato, mimato pariginamente come a mont matre

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